Dal testo al video…

Dal testo al video...

Riproduci video

Porcia, 30 Luglio 2020

Ho colto l’occasione offerta da CAM.TV per sperimentarmi ad un approccio a me totalmente sconosciuto, la video intervista.

Mi sono preparato a questo evento come sempre: seguendo le indicazioni fornitemi, preparandomi un testo da seguire, creando una traccia questo testo, provando e riprovando con l’aiuto di mia moglie Elisa, chiedendole di fissarmi negli occhi o provare a distrarmi in qualsiasi modo, anche con l’aiuto del nostro cane.

Niente di tutto questo mi ha preparato per rimanere meno di 5 minuti di fronte ad una telecamera, con un operatore di fronte a me, le luci puntate negli occhi e l’immediata consapevolezza dentro me che tutto ciò che sapevo fare così bene a casa, in quel momento non avrei potuto esprimerlo con la stessa lucidità e facilità.

Come sempre, la difficoltà è nel trovare come integrarsi in questa modalità, quella del video, che si può si utilizzare per promuoversi, ma che è sempre più onnipresente e invadente nella nostra vita di tutti i giorni, con il rischio che non si ottenga alcun risultato.

Si tratta, in ogni caso, di un metodo relativamente veloce, pratico e funzionale, oltre che di una esperienza che vale la pena provare, in quanto offre la possibilità di capire molto bene, una volta che si riguarda il video, quali sono i propri limiti, le proprie insicurezze ma anche le proprie potenzialità, quando ci si trova di fronte ad una cinepresa.

Un ringraziamento alla piattaforma CAM.TV, di cui trovate i riferimenti nella prossima scheda.

CAM.TV è un’iniziativa giovane e dinamica, che si pone l’obbiettivo di condividere la conoscenza. 

Di seguito il link al mio video e al mio blog personale, da cui potrete trovare altre informazioni relative.

Ciao, sono Andrea Guglielmini..

https://www.cam.tv/andreaguglielmini/blog

 

Introduzione al Bikepacking

Introduzione al Bikepacking

BikePacking

Porcia, 29 Luglio 2020

Se dovessimo guardare alla classifica dei mercati che meglio han saputo rispondere alla crisi post lockdown causato dal Covid-19, probabilmente il settore della mobilità in bicicletta si pone ai primi posti.

City bike, mountain bike, E-Bike e monopattini, spinti anche dalle promesse di incentivi del governo, stanno trovando posto in tantissime famiglie italiane.

Sulla scia di questo momento storico, si sta anche riscoprendo il viaggio su due ruote, il famoso cicloturismo, che oggi diventa il fenomeno del Bikepacking.

La storia del Bikepacking non nasce certo in questo millennio, infatti da quando esistono le due ruote, esistono anche persone che hanno viaggiato in lungo e in largo nel mondo con questi mezzi.

Le mie esperienze con i viaggi-avventura sono iniziate con le due ruote a motore, cioè quando ho iniziato ad esplorare l’Italia con le moto e ad appassionarmi al tema attraverso le letture dei viaggi di Jupiter (Ted Simon), uno dei primi a compiere il giro del mondo in moto negli anni ’70 e che sia riuscito a lasciare un segno, appassionando tanti futuri viaggiatori grazie ai suoi libri.

La dimensione della moto ha lasciato poi posto a quella della bicicletta (muscolare), un modo di viaggiare più lento e più profondo, ma non meno introspettivo o appassionante, direi diverso.

Dalla prima esperienza come partecipante all’evento organizzato dagli amici della Capodivento (FVG Experience) a quelle successive in solitaria o in coppia, ho vissuto momenti belli e momenti difficili che, nel complesso, mi hanno fatto appassionare intensamente a questa tipologia di “vacanza”, tanto da iniziare a pianificare per il futuro diversi progetti che avranno proprio a che fare con questa passione e si porranno come obiettivo la volontà di far abbracciare a quante più persone possibile l’idea della mobilità a due ruote, sia per il tragitto casa lavoro che per la vacanza estiva o il weekend fuori porta.

Nell’attesa che questi progetti vadano a compimento, vorrei iniziare una serie di articoli, basati unicamente sulla mia esperienza,con degli spunti utili a chi vorrebbe iniziare ad approcciarsi a questo mondo.

Partiamo proprio da Lei, la Bici.

Ogni bicicletta è adatta al cicloturismo. E con questa frase potrei esaurire l’articolo, se non che potrei alimentare il pensiero che con una Graziella si possa andare tranquillamente in alta montagna. In realtà qualcuno lo ha fatto, ma solo per gioco!

Di base il concetto è che il Bikepacking è una dimensione estremamente personale, molto più rispetto ad altre discipline legate alla bicicletta (Cross Country, Enduro, Downhill, strada per fare alcuni esempi), pertanto può essere affrontata con mezzi anche di recupero, con l’unica accortezza di aver ben presente quali sono i limiti del mezzo che usiamo e, soprattutto, i nostri limiti.

Quello che ritengo importante è lo spirito di adattamento con cui andremo ad affrontare il viaggio, sapendo che la prima regola fondamentale è proprio il saper rallentare i tempi, i ritmi, lasciare a casa la fretta, sapersi coniugare con il viaggio, che deve essere misurato alle proprie capacità, competenze, preparazione fisica, volontà.

Faccio un esempio: se non ho mai affrontato una salita e sogno di fare un viaggio in sentieri di montagna, difficilmente potrò pensare di affrontare delle salite a pieno carico con poche settimane di preparazione, nonostante l’acquisto della MTB più leggera e performante.

Potrò altresì organizzare un viaggio che gradualmente mi avvicini alla montagna, lasciandomi il tempo di scoprire cosa significa la fatica e contestualmente allenare corpo e mente a queste difficoltà.

Una buona tecnica per capire dove si trova il nostro attuale limite è quello di prendere la bici e prendersi una giornata intera per pedalare nei dintorni di casa, possibilmente in un percorso che possa iniziare ad assomigliare a quello che vorremmo affrontare. Sceglieremo un percorso di assoluta sicurezza, con copertura di rete cellulare, avviseremo qualche amico o parente, in modo tale che anche se dovessimo aver scelto qualcosa di non consono, avremo un ritorno a casa assicurato.

Sarà importante spingersi oltre il primo dolore, le prime difficoltà, il primo pensiero che nella nostra testa ci dice “BASTA”, ma sarà ancora più importante fermarsi al terzo o quarto pensiero. Una buona regola è farlo molto prima del punto in cui non si è più in grado di risalire in sella.

Questo ci permetterà di adattare il nostro viaggio al nostro attuale potenziale, aprendoci la porta ad una esperienza positiva e promuovente, un’esperienza che, anche se appena conclusa, già ci farà fantasticare sulla prossima.

In tutto questo, è evidente che non è importante avere la miglior bicicletta da Bikepacking, ma è necessario avere una bicicletta in ordine con la manutenzione ed efficiente, sarà poi con l’uso che capiremo meglio quale bicicletta meglio si adatta al nostro modo di viaggiare.

Se voglio affrontare l’acquisto della prima bici, sceglierò una bici polivalente, adatta un po’ a tutto, magari di fascia entry level, sapendo che appena le mie esigenze si manifesteranno chiaramente, sentirò sicuramente la necessità di cambiarla.

Non esiste quindi, la miglior bici da viaggio, esiste la miglior consapevolezza di quale bici è adatta a noi.

Monte Verzegnis da Sella Chianzutan

Monte Verzegnis da Sella Chianzutan

Monte Verzegnis da Sella Chianzutan

Da una zona decisamente poco turistica, un’escursione che regala panorami e scorci magnifici

0
Chilometri
0
Dislivello (+)
Difficoltà: Media
Accessibilità
3.5/5
Forestali
50%
Asfalto
5%
Sentieri
45%
Ciclabili
0%
  • Partenza: Sella Chianzutan
  • Arrivo: Sella Chianzutan
  • Tipologia: Ad Anello

Adatto al Trail Running

Parzialmente adatto alla MTB

Adatto all’ escursionismo

Parzialmente adatto ai cani

La Sella Chianzutan è un valico che si può raggiungere da Spilimbergo seguendo le indicazioni per Vito D’Asio e poi, passato il paesino di San Francesco, si sale seguendo sempre la strada principale lungo la vallata.

In alternativa, si può raggiungere da Nord, da Tolmezzo seguendo le indicazioni per il paese di Verzegnis e proseguendo poi oltre fino in Sella.

Ampio parcheggio disponibile.

Dal parcheggio, si segue la strada in direzione S.Francesco per poi prendere a destra la cementata che, in pochi minuti, ci accompagna alla Casera Mongrada. Si segue a destra sulla forestale tenendo sempre la direzione della salita, per poi abbandonarla sulla sinistra al tornante proseguendo verso destra in quello che diventerà un stretto sentiero, in certi tratti esposto ma facilmente percorribile.

Il sentiero termina nei pressi di Casera Presoldon. Da qui non si lascerà più la comoda strada forestale per diversi chilometri, non prima di aver camminato all’interno di una suggestiva galleria e di aver ammirato alla propria destra le cave di marmo. 

Al bivio, dopo le cave, si prosegue dritti per un breve tratto in discesa.

Si raggiunge così Casera Val, che offre un bellissimo rifugio per la notte e una splendida vista sui monti che la attorniano, il Cormolina e il Monte Verzegnis.

Proprio quest’ultimo sarà la nostra prossima meta, che raggiungeremo tramite un sentiero ripido che sale dietro alla Casera, seguendo la traccia in mezzo ai sassi che vira verso sinistra.

Arrivati alla forcelletta, si segue sempre a sinistra camminando in cresta e affrontando tratti di media difficoltà tra le rocce. La pericolosità non è elevata, ma la sensazione di vuoto data dalle pareti scoscese e dai tratti esposti sconsiglia a chi non è escursionista esperto di affrontare questo tratto. Stesso dicasi nel caso fossimo accompagnati dai nostri amici a 4 zampe e non fossimo abituati ad affrontare situazioni simili.

Conquistata la vetta a 1914 metri di quota, si rientra per la stessa traccia e si ritorna alla Casera, dove parte un secondo sentiero, in direzione opposta a quello appena affrontato, che ci farà camminare pochi metri sotto alla forestale affrontata in precedenza fintanto che devierà verso destra, verso la lunga discesa finale.

Quest’ultima, tutta su sentiero, taglierà nel tratto finale una forestale e ci riporterà direttamente alla Casera Mongrada allietandoci con meravigliose viste sulla vallata sottostante e su interessanti costoni di roccia, oltre che con i profumi del bosco una volta raggiunte le quote minori, degna conclusione di un escursione interessante e divertente.

Banale il rientro al parcheggio, seguendo le tracce dell’andata.

Trail dei Cimbri con un Amico a quattro zampe

Trail dei Cimbri con un Amico a quattro zampe

DogTrail

Porcia, 09 Luglio 2020

In questo 2020, in assenza di gare, ho apprezzato l’iniziativa proposta dagli organizzatori del Trail dei Cimbri per promuovere la loro manifestazione, in attesa del ritorno nel 2021.

Di seguito trovate la traccia GPX, disponibile anche nel sito ufficiale e al quale rimando per tutti i dettagli (link nei credit).

Il percorso si snoda da Vittorio Veneto verso il Monte Pizzoc, splendido punto di osservazione di tutto il panorama della pianura tra alto Friuli e Veneto Orientale, spingendosi anche fino al Lago di Santa Croce (proseguendo per poche centinaia di metri oltre la traccia).

La salita attraverso il bosco si è rivelata molto impegnativa e lunga fino al Monte Pizzoc, a quota 1565 metri, preludio di un’altrettanto impegnativa discesa con entusiasmanti single track (adatti anche alla MTB) che vi ripagheranno della fatica con scorci bellissimi dei Laghi di Revine, del Col Visentin e di tutto il comprensorio collinare attorno a Vittorio Veneto.

Ma non si è trattato di solo sport e natura. C’è spazio anche per un altro luce-pensiero..

Da diversi mesi, e cioè da quando abbiamo ampliato la famiglia adottando un cucciolone di Siberian Husky, condivido i miei allenamenti con il mio amico a quattro zampe.

Si tratta della mia prima esperienza con un cane e pertanto è un mondo tutto da scoprire.

Ma in questi pochi mesi di scoperta, sono già molto sicuro di alcune cose. Vivere con un cane, accudirlo, addestrarlo e renderlo parte della famiglia, è un’esperienza di vita di grande impatto e grande emozione.

E anche una grande responsabilità, per cui si deve dedicare tempo, energia, attenzione, soprattutto nei primi periodi.

Quali possono essere alcuni accorgimenti che ho trovato finora utili per me?

Il più importante accorgimento che mi è stato di aiuto in questo periodo per costruire un bel rapporto con Nɛo (così si chiama), è stato quello di osservare.

Osservare come si comporta, che tipo di azioni compie in risposta alle mie, quando mi ascolta, quando no, quando è contento, quando no.

Osservare i cambiamenti che nel tempo maturano in lui, cosa si modifica nel carattere e cosa invece non si modifica.

L’osservazione va fatta con presenza critica, senza altre distrazioni. Imparare una corretta osservazione richiede anni e la miglior via è quella di cominciare con l’auto-osservazione.

È uno sforzo che ripaga sicuramente nel tempo, perché ci permette di modificare atteggiamenti e abitudini che spesso non ci accorgiamo di avere.

C’è tantissima bibliografia sull’argomento, tuttavia un percorso guidato alla consapevolezza che promuove anche la tecnica dell’auto osservazione è sicuramente un’esperienza consigliata.

Aiuta se stessi, aiuta il rapporto con gli altri, umani compresi!

Venezia delle Nevi

Venezia delle Nevi

Fontanuzze Piancavallo

Una facile salita verso Piancavallo, qualche interessante variante e quasi 1000 metri di discesa molto tecnica!

0
Chilometri
0
Dislivello (+)
Difficoltà: Difficile
Accessibilità
3/5
Forestali
5%
Asfalto
22%
Sentieri
46%
Ciclabili
27%
  • Partenza: Aviano, imbocco salita Piancavallo
  • Arrivo: Aviano, imbocco salita Piancavallo
  • Tipologia: Ad anello

Non adatto al trail running

Adatto a MTB e E-Bike

Non adatto al trekking

Da Aviano, provincia di Pordenone, si seguono le indicazioni per Piancavallo fino a raggiungere la strada pedemontana. 

Poco prima dell’imbocco della salita per la famosa località sciistica, si trova un comodo parcheggio, punto di inizio dell’itinerario.

Questo tour si snoda partendo dalla salita della Venezia delle Nevi, recentemente riqualificata dopo anni di oblio e abbandono. 

Prima di raggiungerla, una piacevole deviazione seguendo la strada Ligont e solcando alcuni dei single track più belli di Dardago che saranno il giusto riscaldamento per la lunga discesa finale.

Si parte dal parcheggio seguendo la discesa in direzione CRO di Aviano, superato il quale, guardando a destra, si trova l’imbocco della forestale che ci porterà al primo single track di giornata. Il sentiero, ben tracciato, è un divertente inframezzo molto veloce e giustamente tecnico che attraversa nel finale il torrente, portandoci sulla salita asfaltata di San Tomè. 

Abbandoniamo subito la strada principale per affrontare la brevissima ma ripida salita del Cjastelat e, appena termina l’asfalto, deviamo a sinistra attraverso un sentiero ciottolato che ci riporta velocemente più in basso, nel borgo di Dardago, dove troveremo una fontana nella piazza del paese. Questo è l’ultimo rifornimento prima della lunga salita sulla Venezia delle Nevi.

Immersa nella Val Artugna, questa ciclabile dal fondo ghiaioso (percorribile tranquillamente in gravel) ci porta a Piancavallo dolce e regolare, regalando scorci e panorami mozzafiato, nonostante la quota modesta di partenza e arrivo.

Ricongiuntasi con la strada di collegamento Cansiglio Piancavallo all’altezza della località Sauc, il tour procede verso Piancavallo affrontando una breve ma intensa salita che vi porterà direttamente sulle piste da sci (seguire direzione Malga Campo per poche decine di metri e salire a destra all’altezza dei pali). 

Attraversato Piancavallo e la rotonda di ingresso, si prosegue sulla forestale che si dirige verso la vecchia strada di collegamento su asfalto. Percorsa quest’ultma per alcune centinaia di metri, al tornante, lasciamo la strada principale proseguendo dritti di fronte a noi dove inizia la lunga serie di single track tecnici e impegnativi che ci riporteranno ad Aviano, appena oltre il punto di partenza.

Il parcheggio è poi facilmente raggiungibile seguendo la strada in discesa per poche centinaia di metri.