Pelmo Ronda da Forno di Zoldo

Pelmo Ronda da Forno di Zoldo

Impegnativo e panoramico giro mantenendo sempre alla propria destra “Il Caregon di Dio”

0
Chilometri
0
Dislivello (+)
Difficoltà: Difficile
Accessibilità
2/5
Forestali
23%
Asfalto
65%
Sentieri
7%
Ciclabili
5%
  • Partenza: Forno di Zoldo
  • Arrivo: Forno di Zoldo
  • Tipologia: Anello

Non adatto

Adatto

Non adatto

Partenza dal parcheggio del campo sportivo di Forno di Zoldo, facilmente individuabile dalla strada principale che sale da Longarone (bivio per Zoppè di Cadore)

Dal punto di partenza, si seguono le indicazioni per Zoppè di Cadore e si sale sulla lunga asfaltata che senza particolari difficoltà ci porterà a superare il paese e a dirigerci verso la forestale per il Rifugio “Alba Maria De Luca”, situato a quota 1936mt. 

La deviazione dal sentiero verso questo rifugio merita la fatica spesa, in quanto ci troveremo sotto al Pelmo e con una magnifica vista verso il Cadore.

Si ritorna brevemente sui propri passi e ci si prepara ad affrontare il traverso su sentiero a cospetto del Pelmo. Necessario portare la bici in spalla per qualche breve tratto, a seconda della preparazione.

La discesa verso il Rifugio Monte Pelmo farà dimenticare in fretta tutta la fatica fin qui sostenuta.

Si prosegue attraversando il torrente e seguendo le piste da fondo fino all’asfalto che ci porterà indietro sulla strada SP251 del passo Staulanza. Prima di fare il tornante, merita una sosta per la visuale sul Pelmo dal punto più lontano di questa “ronda”.

Affrontata la breve e facile salita al Passo Staulanza, si prosegue circa un km in discesa fino ad incrociare la forestale verso il rifugio Fiume Veneto. Salita non particolarmente impegnativa e tutta su comodo sterrato, fino all’imbocco del sentiero verso Forcella Forada.

La discesa, entusiasmante e molto tecnica nel primo tratto (che richiede attenzione e qualche tratto a piedi), si trasforma in un vero bike park nel tratto in mezzo al bosco, con pendenze impegnative e tratti tecnici e divertenti, ma sempre pedalabili (con buona tecnica).

Dopo un piccolo guado, si prosegue su forestale fino a Borca di Cadore e, seguendo la ciclabile, fino a Vodo di Cadore. 

Da qui si sale su asfalto verso il Rifugio Talamini. Le pendenze sono impegnative, spesso proibitive e visto il dislivello accumulato sulle gambe si dovrà faticare non poco per raggiungere il bivio nei pressi di Zoppè, punto da cui sarà facile scendere seguendo a ritroso la strada dell’andata.

Il giro si presta a varie interpretazioni: si può evitare la salita a Zoppè arrivandoci direttamente in macchina (nonostante sia una semplice salita su asfalto, la reputo molto bella e caratteristica), oppure si può partire da Borca o Vodo e salire subito fino al Talamini, tagliando poi verso il Pelmo ed evitando la discesa a Forno di Zoldo.

Vajont

Vajont

Nei luoghi della tristemente famosa Diga del Vajont, un escursione molto particolare con periplo della frana e passaggi suggestivi

0
Chilometri
0
Dislivello (+)
Difficoltà: Difficile
Accessibilità
1/5
Forestali
50%
Asfalto
30%
Sentieri
20%
Ciclabili
0%
  • Partenza: Diga del Vajont
  • Arrivo: Diga del Vajont
  • Tipologia: Escursione ad anello

Non adatto

Adatto, percorso impegnativo

Non adatto

Da Longarone, si sale verso la diga attraverso la SP251. In alternativa si può arrivare da Barcis percorrendo la Valcellina da Barcis. 
Ampio parcheggio BUS o poco oltre, nella strada costruita sopra la frana. Alternativamente, parcheggio nei pressi della palestra di roccia.

Nei periodi di ferie o festivi, la zona può essere molto frequentata e non permettere di godere a pieno del paesaggio. Pertanto l’escursione è consigliata in primavera o autunno.

Dal parcheggio Bus, si parte su asfalto percorrendo una parte della strada costruita sopra la frana. 

Deviazione su sentiero e forestale, si scende fino al torrente Vajont, dove sarà necessario trovare un buon punto per guadarlo (consigliato un periodo lontano dalle piogge).

Si sale spingendo la bici per circa 15 minuti fino a raggiungere il paese di Erto. Da qui una comoda strada prima su asfalto poi su sterrato ci porta a malga Mela, da cui parte un bel anello in mezzo al bosco. Possibili deviazioni per raggiungere le altre malghe sono possibili.

Si scende nuovamente fino quasi a Erto e si prende poi un impegnativo sentiero che con pendenze oltre il 35% (necessario spingere con fatica la bici) ci porta all’imbocco del sentiero verso Casso. Ancora qualche decina di minuti di bici a spinta e dopo il passaggio su una frana (normalmente agibile, prestare attenzione a particolari condizioni momentanee, evitare il passaggio in caso di nuove frane recenti), il sentiero si apre verso il paese di Casso e poi verso il punto di partenza.

Nonostante la difficoltà di quest’ultimo sentiero, merita percorrerlo per la particolare vista sul Monte Toc e sulla famosa M di Muller che si mostrerà con un inedita angolazione spettacolare.

Monte Toc e Cima Mora

Monte Toc e Cima Mora

Dalla tristemente famosa diga del Vajont, una impegnativa salita alla cima del Monte Toc

0
Chilometri
0
Dislivello (+)
Difficoltà: Difficile
Accessibilità
1.5/5
Forestali
5%
Asfalto
0%
Sentieri
95%
Ciclabili
0%
  • Partenza: Diga del Vajont
  • Arrivo: Diga del Vajont
  • Tipologia: Itinerario rettilineo su sentiero

Poco adatto

Non adatto

Adatto

Da Longarone, si sale verso la diga attraverso la SP251. In alternativa si può arrivare da Barcis percorrendo la Valcellina da Barcis. 
Ampio parcheggio BUS o poco oltre, nella strada costruita sopra la frana.

Nei periodi di ferie o festivi, la zona può essere molto frequentata e non permettere di godere a pieno del paesaggio. Pertanto l’escursione è consigliata in primavera o autunno.

Si seguono le indicazioni sul sentiero 907, indicazioni per ricovero Casera Vasei. Arrivati alla casera, si prosegue sull’unica traccia e si mantiene sempre la destra fino alla cima del Monte Toc. 

Una volta in cima, si ritorna sui propri passi per 200 metri circa e si tiene la destra verso Cima Mora (facilmente individuabile dalla croce).

Il rientro avviene per la stessa traccia percorsa all’andata.

Il sentiero ha pendenze importanti, non ci sono particolari difficoltà, ma è richiesta prudenza soprattutto in caso di fondo bagnato o con foglie.

Il panorama ripaga ampiamente della fatica.