Questa non può che essere una Fake News

Questa non può che essere una Fake News

Porcia, 22 Aprile 2020

Se stai leggendo questo articolo, molto probabilmente ti stai chiedendo quale sia la Fake News di cui sto parlando. 

Vuol dire anche che il titolo “acchiappa click” ha funzionato.

Sì, perché qui non troverai alcuna notizia, ma solo una serie di mie personali “regole” che utilizzo per aiutarmi a capire quando mi trovo di fronte a una cosiddetta Fake News.

Cos’è una Fake News?

Traducendo alla lettera, parliamo di Notizia Falsa. Per definizione, si intendono quelle notizie create appositamente per disinformare, creare scalpore, manipolare le masse e i popoli.

Tuttavia, si tratta di una definizione limitata di quello che, a mio parere, sta creando un problema enorme nella società odierna.

Provo a spiegare il perché in un breve ragionamento. 

Una notizia dovrebbe riportare un fatto accaduto nella realtà in maniera più oggettiva possibile. 

È facile immaginare come questo sia molto difficile. Infatti, se facessimo un semplice esperimento e chiedessimo a 10 persone di raccontare, attraverso un articolo, lo stesso evento vissuto da osservatori, avremmo sicuramente 10 interpretazioni completamente differenti l’una dall’altra.

Questo perché ciò che raccontiamo dipende, come al solito, dal nostro stato di coscienza, dalla nostra consapevolezza e dalle esperienze precedenti vissute.

Da questo punto di vista, quindi, tutte le notizie non sono coerenti con la realtà e sono in parte sempre dei “fake”, perché frutto di un osservatore che, per quanto professionista e attento, è prima di tutto un essere umano e offre una sua interpretazione di ciò che sta osservando.

Il secondo problema, e secondo me il più importante, è che oggi c’è una sovrabbondanza di informazioni. Al mondo dell’informazione classica si è aggiunto il mondo di internet, costringendo in qualche modo chi scrive a trovare escamotage di qualunque tipo per ottenere visibilità, che si traduce ovviamente in introiti economici per sopravvivere. Non è necessariamente un male, anzi, permette una libertà di espressione mai vista, ma spesso per il raggiungimento di questo obiettivo si usano titoli forti, un esempio banale è proprio il titolo di questo articolo, oppure notizie costruite in modo tale da toccare le corde emotive di chi legge.

A questo, si aggiungono moltissime informazioni veicolate tramite video o immagini che tentano di dar sfogo a rabbie e frustrazioni, amplificando ed estremizzando fatti o frasi riportate da personaggi pubblici.

Diventa indispensabile assumerci la responsabilità di costruirci un filtro per riuscire a districarsi in questo mare di informazioni, con l’obbiettivo di farsi una propria idea il più obbiettiva e promuovente possibile sugli argomenti di nostro interesse.

Come riconoscere quindi una Fake News? 

Più che riconoscerle, per quanto esposto sopra, ritengo utile imparare a cogliere l’informazione sviscerandola dal contesto e dalla storpiatura di chi ha reso disponibile l’informazione stessa.

Di seguito una breve lista di controlli che chiunque può fare. La lista di controlli è pensata per essere seguita in ordine di importanza e ci permette di scartare immediatamente le notizie totalmente inventate.

Il primo passo consiste nel registrare l’emozione che ciò che si sta leggendo o guardando genera dentro di sé. Mi colpisce facendomi arrabbiare, indignare, sorridere, rimanere incredulo? Genera odio verso una categoria, una persona, un ideale? Oppure mi colpisce generando compassione, dispiacere, indignazione? 

L’emozione registrata la memorizzo, mi servirà alla fine dell’analisi.

Proseguiamo osservando il sito di appartenenza dell’articolo. Alcuni siti creano notizie Fake con il solo intento di farci sorridere (e lo dichiarano apertamente), magari dopo averci fatto “indignare” con un titolo totalmente fuorviante. Non c’è nulla di cui preoccuparsi, sorridiamo e terminiamo qui l’indagine.

Se il sito non appartiene a questa categoria, potrebbe essere un sito mainstream, associato a qualche giornale, oppure il sito di un libero pensatore. È importante sapere chi è l’autore, perché ci da modo di sapere qual’è il filtro che sovrappone alla realtà o al pensiero che sta esprimendo e da che punto di vista la osserva. Cerchiamo di non giudicarlo, ma solo osservarlo. 

A questo punto, clicco nell’articolo, se possibile. Per il concetto espresso sopra, non è possibile soffermarci al solo titolo. Se non ho voglia di approfondire, cerco di ignorare quanto visto, in quanto non posso essere sicuro di ciò che ho letto. Rimarrà nella memoria finché non avrò conferma, magari da un’altra fonte, nel futuro.

A volte, la prima emozione che ci sale ci spinge a commentare o arrivare a conclusioni senza entrare nel dettaglio. Per questo è importante il primo punto, l’osservazione della prima emozione.

Prima di iniziare a leggere, verifichiamo la data in cui è stato scritto. Se non fosse coerente con il periodo storico in cui ci troviamo, anche solo di poche settimane, potrebbe contenere informazioni datate e non coerenti.

Cerchiamo di fare qualche controverifica del contenuto. Questa fase si può prendere in considerazione anche per immagini contenenti informazioni o video. Per esempio, se troviamo riferimento ad un tweet di in personaggio famoso, andiamo nel profilo di riferimento e lo cerchiamo (spesso è un tweet inesistente), oppure verifichiamo se le informazioni riportate sono anche segnalate da qualche altra fonte e in che modo, magari cercando anche in siti stranieri, se possibile. 

Se ci sono rimandi a eventi storici, li verifichiamo puntualmente.

Terminati questi passaggi, torniamo con la memoria all’emozione iniziale e confrontiamola rispetto a come ci sentiamo ora.

Probabilmente, saremo in grado di costruirci una nostra idea di realtà, basata sulla comprensione e sul nostro stato di coscienza. Di conseguenza, potremmo anche costruire una nostra idea o opinione, sapendo che non sarà quella definitiva, in quanto una nuova informazione ci darà l’opportunità di ampliare quanto conosciamo e mutare la nostra consapevolezza e il nostro stato di coscienza, permettendoci di evolvere e far evolvere i nostri pensieri e le nostre opinioni.

Questo processo per me è diventato uno schema  automatico, tanto che lo applico a qualsiasi informazione di cui vengo a conoscenza, che mi permette di costruire un’idea buona di ciò che accade sulla base delle mie competenze e della mia coscienza, un’idea che evolve e si adatta molto bene al cambiamento della mia persona e della società in cui vivo.

 

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