Dietro ogni maschera

Dietro Ogni Maschera

Porcia, 19 Aprile 2020

In questo periodo, in gran parte d’Italia, è quasi comune l’utilizzo di mascherine di protezione contro il virus Covid-19 ogni volta che si esce dal terreno privato. 

Siamo entrati in una nuova normalità, dopo settimane di cambiamenti drastici, che ci fa sentire nuovamente sicuri di poter vivere la nostra vita, seppur con evidenti limitazioni alla libertà di movimento e personale.

Viviamo anche una profonda spaccatura del tessuto sociale, per cui questa normalità assume differenti sfumature percettive per ognuno di noi. Non è infatti raro che ci siano evidenti screzi tra cittadini, ognuno convinto che la propria idea sia la migliore possibile, sentendosi quindi nella posizione di poter giudicare e additare il prossimo come nemico giurato.

La psicologia, ma più in profondità le nuove scienze, ci spiegano che le reazioni difficilmente si basano sulla realtà oggettiva dei fatti, bensì sulla percezione di essa. Questa percezione può essere distorta dalle informazioni acquisite e dal livello di comprensione di esse, a sua volta dipendente dal nostro stato di coscienza.

Esiste quindi qualcuno che può comprendere meglio e giudicare meglio? No, semplicemente ognuno di noi vive nel rispetto del proprio vissuto, della propria “maschera della vita”, che gli permette di stare al mondo e sopravvivere sentendosi parte del tessuto sociale.

Semplificando, possiamo dire che la nostra mascherina l’indossavamo già da molto tempo. Talvolta la mascherina prende forma di una professione (dottore, professore, operaio, agricoltore, etc.), talvolta prende forma di ruolo sociale (padre, madre, nonno, zio, etc.), talvolta prende le forme momentanee più disparate (automobilista, ciclista, podista). Infine, ma non per importanza, la maschera più evidente, cioè quella inerente i tratti somatici e fisici.

Appare evidente che possiamo indossare più di una maschera, cambiandola anche molte volte durante il giorno. Per ognuna di esse, i nostri comportamenti cambiano, le nostre percezioni cambiano, il rapporto con le persone è diverso, e tutti lo sperimentiamo tutti i giorni. Spesso, mentre abbiamo indosso una maschera, rispondiamo a ciò che ci accade con i meccanismi di un’altra maschera. 

Per esempio, durante una cena in famiglia, rivestendo i ruoli del nonno, veniamo stuzzicati su un argomento inerente alla nostra professione ed ecco che immediatamente cambiamo modo di parlare, di reagire, di raccontare.

Differenti maschere, stessa persona, stessa anima al di sotto di esse.

Correndo per la strada, ho incontrato moltissime persone che conoscevo, magari solo di vista perché facenti parte del vicinato, rendendomi conto che non ero minimamente in grado di riconoscerle a prima vista.

Mi sono dovuto concentrare con presenza a dei dettagli che normalmente non consideravo: lineamenti degli occhi, colore delle pupille, portamento, vestiario, capelli, lineamenti della fronte, intensità dello sguardo.

Mentre esultavo dentro me per essere riuscito a riconoscere questa persona con successo grazie a questo sforzo, mi sono chiesto: ma quante volte mi sono soffermato su tutti questi dettagli, andando oltre la “maschera” che ogni individuo porta con sé?

Ben poche volte, per scoprire magari che la persona che conoscevo con una determinata maschera in realtà aveva un mondo dietro, fatto di vissuti, di storie ed esperienze che lo rendono umano tanto quanto me, unico tanto quanto me.

Come sempre, proviamo a cogliere il buono da ciò che ci accade e trasformarlo in opportunità. 

Cosa accadrebbe se ogni giorno, scendendo di casa, tutti quanti provassero ad andare oltre “le maschere”, leggendosi negli sguardi gli uni con gli altri?

E cosa accadrebbe se, finita l’emergenza, continuassimo ad andare oltre la maschera invisibile che tutti portiamo appresso?

Io sono convinto che ci sarebbe maggiore comprensione, umanità, meno rabbia, meno tensioni, maggiore pace.

Perché in fondo anche due maschere tra le più diverse possibili nascondono dietro di esse un essere umano, una coscienza, un’anima il cui scopo è quello di vivere le proprie esperienze e di evolvere sulla base di esse.

 M